Sport e disabilità: un binomio vincente
a cura di Civis
L'“abile” ha il dovere di dividere
il proprio spazio con coloro che
abili non sono.
Favorire l’integrazione sociale e culturale, rafforzare lo spirito, affinare la percezione del corpo ed infondere sicurezza. Sono questi gli obiettivi principali – anche se non i soli – dei dieci incontri di autodifesa per disabile che hanno preso il via nel mese di maggio presso la cooperativa il “Battello” e proseguiranno fino alla prima settimana di giugno, sotto la guida dell’istruttore di Karate, Kendo, Tai - chi e Kung fu, GianLuigi Cremaschi.
Un’iniziativa nata a seguito della partecipazione di educatori e volontari della cooperativa sociale, a due seminari “Diversamente autodifesa”, organizzati dall’Associazione “Diversamente Bergamo – Onlus” che, attraverso la pratica di ginnastica orientale e delle arti marziali, mira a diffondere questi tipo di ginnastica come strumento per raggiungere un grado sempre più alto di integrazione sociale tra diversamente abili e normodotati.
“L’Associazione Diversamente Bergamo della quale sono vicepresidente – precisa Roberta Borali – ha dato il via a questo progetto nel mese di luglio dello scorso anno con due seminari sulle arti marziali e l’autodifesa per diversamente abili, con l’intento di diffondere questa attività tra tutte le associazioni del territorio promuovendo corsi di ginnastica orientale oltre che presso la nostra sede di Bergamo, anche presso associazioni del territori bergamasco che aderiscono all’iniziativa mettendo a disposizione del progetto le loro sedi”.
“Diversamente Bergamo” affiancherà la cooperativa il “Battello” nell’organizzazione e nella gestione per il primo anno e successivamente fornirà consulenza sull’organizzazione autonoma dei corsi.
“le valutazioni che abbiamo tratto dai due corsi – ha detto l’educatore Rako Borsetti – sono state estremamente positive e ci hanno dato importanti indicazioni su come procedere con i nostri ragazzi che assistendo con entusiasmo ai seminari, hanno dimostrato di gradire questa attività per loro nuova. Noi educatori abbiamo aderito a questa loro richiesta e con entusiasmo abbiamo organizzato questi primi dieci incontri. L’istruttore porta sempre armi bianche tipiche della cultura orientale e delle arti marziali in particolare e con questi attrezzi sempre diversi e sconosciuti ai ragazzi, insegna loro ad usarli in modo ludico, sportivo e non a scopo di offesa.
La cooperativa “il Battello” in questi anni ci ha insegnato che l’abile ha il dovere di dividere il proprio spazio con coloro che abili non sono. I cosiddetti “normodotati” devono mettersi al loro fianco e parlare con loro, perché idee, emozioni, sentimenti ed energia che ogni singola persona possiede non sono soggetti a limitazioni e sono presenti in ogni essere umano.
È indispensabile superare concretamente e definitivamente il problema dell’integrazione e solamente allora si potrà parlare di una effettiva svolta culturale.
Non solo leggi quindi, ma è fondamentale che scendano in campo scuola, mezzi di comunicazione e soprattutto la sensibilità di quelle famiglie che, conoscendo l’importanza del ruolo educativo a loro assegnato, formino figli più consapevoli.